sabato 30 giugno 2012

Sardegna



SARDEGNA: un paradiso da visitare:

La lingua:

A fronte di una sostanziale unità dei suoi caratteri costitutivi, verso l'inizio del secondo millennio d.C. i primi documenti scritti testimoniano il sorgere di differenziazioni interne in particolare tra le varianti meridionali e quelle settentrionali. Per gli studiosi della latinità e delle lingue romanze il sardo si è conquistato un suo posto particolare quale caso tipologico di lingua che, nonostante la sua evoluzione, è rimasta molto vicina alle forme del latino originario. Successivamente, per effetto delle diverse genti che giungono nell'isola fino ai giorni nostri, la lingua autoctona viene esposta, in misura diversa, all'influenza di diverse lingue esterne che ne modificano e arricchiscono in modo particolare il lessico. Nonostante le classi dirigenti isolane abbraccino di volta in volta la lingua dominante di turno, dando vita a un sostanziale plurilinguismo, le popolazioni restano attaccate pervicacemente alle varietà della loro lingua facendola sopravvivere fino ai nostri giorni. Negli anni Settanta del secolo scorso, di fronte all'evidenza del rischio di abbandono del sardo e della sua estinzione, nascono movimenti e fermenti popolari per la sua tutela e difesa.

  • Come tutte le lingue anche il sardo è caratterizzato dal fenomeno della variazione continua e costante. Questa mutazione perpetua della lingua può verificarsi secondo un criterio storico, sociale, soggettivo, funzionale e geografico.
  • Gli scenari dei beni culturali sono luoghi come biblioteche, archivi, musei, in città e paesi dell'intera Sardegna. A questi si aggiungono le aree archeologiche e i monumenti, che si collocano in contesti sia urbani sia rurali. Un patrimonio ricchissimo, da salvaguardare e da valorizzare attraverso la tutela, la conoscenza scientifica e la fruizione turistica. Con questi fini la Regione Autonoma della Sardegna ha predisposto una legge nuova e organica, che disciplina il settore dei beni culturali nell'isola.
  • Conoscere i beni culturali significa farne l'esperienza diretta alla scoperta del paesaggio storico della Sardegna. Si propone in questa sezione una scelta di itinerari, artistici, archeologici, letterari e territoriali. Il fine è quello di suggerire alcuni percorsi per centri storici, aree archeologiche e monumenti d'arte e architettura, al fine di mettere in luce il rapido mutare delle mode culturali negli insediamenti urbani, contro i tempi lunghi della tradizione nei contesti rurali.
  • Il paesaggio della Sardegna presenta peculiarità molto varie e articolate, difficilmente riconducibili a unicità e omogeneità. L'unico elemento di omogeneità riscontrabile nel paesaggio sardo è infatti "la diversità".
ARCHEOLOGIA:
Bonorva, necropoli di Sant'Andrea Priu, Il toroBonorva, necropoli di Sant'Andrea Priu, Il toro
Il territorio sardo, ricco di testimonianze del passato, interessò sin dagli albori dell'archeologia gli studiosi della materia.

All'inizio l'attenzione verso le antichità dell'isola fu soprattutto di tipo antiquario e solo nell'Ottocento, con gli studi e l'opera del canonico Giovanni Spano, si arrivò ad acquisire un approccio moderno verso la materia. Lo Spano, da instancabile ricercatore, indagò i maggiori siti dell'isola e raccolse i risultati dei suoi studi nella rivista "Bullettino Archeologico Sardo".

Nello stesso secolo il generale Alberto Lamarmora avviò lo studio e la catalogazione degli aspetti geografici, zoologici, archeologici, storici ed etnologici dell'intera isola. Pubblicò due importantissime opere ("Viaggio in Sardegna" e "Itinerario dell'Isola di Sardegna"), che costituivano una vera e propria "summa" delle conoscenze sull'isola.

Nel 1903 giunse in Sardegna, come direttore del Museo di Cagliari, Antonio Taramelli. La sua attività nell'isola durò oltre trent'anni, durante i quali indagò, con numerosissimi scavi, il territorio sardo. In anni più recenti le ricerche e le indagini archeologiche condotte da Giovanni Lilliu hanno contribuito in modo determinante all'interpretazione dei numerosi insediamenti preistorici e della più antica storia sarda.

Negli ultimi decenni, infine, grazie all'applicazione rigorosa del metodo stratigrafico, all'utilizzo delle moderne tecnologie di scavo e ad un'attenta interpretazione delle fonti storiche, è stato possibile ricostruire la storia e le vicende delle aree indagate.

Attualmente sono numerosi, in tutto il territorio sardo, i siti in cui sono in corso le indagini archeologiche, così come si rivela cospicuo il numero dei reperti oggetto di studio da parte degli archeologi.
MARE:
  • Distese cristalline Blu, azzurro, turchese. Caldo se è increspato dal vento di Ponente, freddo se a soffiare è il Maestrale. Tiepido se spira lo Scirocco. Il mare della Sardegna, con le sue acque terse e cristalline, rappresenta una meta ambita e senza uguali:
  • Le spiagge che si rincorrono nei quasi 2000 chilometri di costa sarda, interrotte talvolta da formazioni rocciose e impianti portuali, inquadrano veri e propri angoli di paradiso. Sono luoghi dal fascino incredibile, accattivanti paesaggi dalla caleidoscopica bellezza.
  • Nel versante orientale come in quello occidentale, a nord come nel tratto meridionale, le coste della Sardegna compongono una sequenza incantevole di acque azzurro pastello che si alternano al mare smeraldino, mentre gli arenili candidi lasciano il posto a distese di sabbia dorata o scogliere scolpite dal tempo. Luoghi a volte selvaggi, a volte mondani, le spiagge sarde creano una cornice speciale per una vacanza nell'Isola, un mosaico ricco di colori e riflessi indimenticabili.

martedì 10 febbraio 2009

mercoledì 28 gennaio 2009

I NURAGHI


I numerosi nuraghi disseminati nell’isola di Sardegna occupano certamente un posto di rilievo fra i monumenti lasciati nel bacino del Mediterraneo Occidentale dalle varie culture che nell’antichità vi si sono succedute.
Questi maestosi edifici hanno un ruolo fondamentale nel paesaggio sardo, tanto da imprimersi nella mente del visitatore come elemento caratteristico di una terra misteriosa e straordinaria e da assurgere a simbolo ed emblema di un intero popolo.

"I nuraghi" dice bene Giovanni Lilliu, insigne studioso dell’archeologia sarda, "significano fascino di Sardegna, oltre la natura vergine e sconfinata, oltre il mare".
Sono circa settemila quelli che, conservati più o meno bene, sono giunti fino a noi, ma all’origine e prima delle molte distruzioni cui sono andati incontro, il loro numero doveva essere certamente maggiore.
Il nome di questo caratteristico monumento deriva dal vocabolo nurra, che significa "mucchio", "accumulo", ma anche "cavità". Ed è forse proprio per questo doppio significato che il termine è stato applicato alla forma originaria del nuraghe, una costruzione venuta su per "accumulo" di grosse pietre con interno occupato da una camera coperta a cupola e pertanto "cava".
Nella sua espressione più semplice il nuraghe presenta la figura di una torre rotonda, dal profilo verticale a tronco di cono, sormontata da un terrazzo sporgente, costruita con muratura molto spessa, composta a secco con grosse pietre, talora grezze, talora lavorate, disposte in filari orizzontali sovrapposti a cerchi sempre più stretti dal basso verso l’alto.

Nuraghe Palmavera - Alghero
ImageNuraghe Palmavera - Alghero

Le pietre si reggono senza l’aiuto di alcun cemento, solo con il peso ed il contrasto dei massi, che sono ben legati in struttura grazie ad una tecnica costruttiva affinata dall’esperienza in base alla quale, al momento della collocazione, alcuni blocchi venivano sbozzati, eliminando eventuali asperità che potessero impedirne l’aderenza a quelli già in opera.

L’interno di queste torri è cavo, essendo occupato da una camera coperta a tholos ossia a sezione ogivale, con le pareti che si elevano ad anelli concentrici sporgenti l’uno sull’altro, con diametri decrescenti dal basso verso l’alto, dove una o più lastre chiudono il foro della falsa cupola.
L’ingresso, il cui orientamento va da est a ovest, ma che di preferenza è volto a sud, prevede l’impiego di un architrave poggiante su due piedritti, sormontato da finestrello di scarico.
Alla camera del piano terreno, illuminata debolmente dalla luce che filtra dall’esterno, introduce un corridoio, dove trova posto sul lato destro una nicchia di guardia, la cosiddetta "garetta", e, su quello sinistro, una scala ricavata entro la muratura ed a tratti schiarita da finestrini, che sale a chiocciola alle eventuali camere superiori e al terrazzo.
Nelle pareti delle camere sono ricavate nicchie e stipetti.
Al nuraghe monotorre venivano spesso aggiunte altre torri, disposte variamente e collegate l’una all’altra da poderose murature, sovrastate da camminamenti: si hanno così i nuraghi complessi, bilobati (con aggiunta di due torri), trilobati (con aggiunta di tre torri), quadrilobati (con aggiunta di quattro torri), pentalobati (con aggiunta di cinque torri).
Fra la torre centrale e i corpi aggiunti erano ricavati dei cortili che consentivano la comunicazione fra gli ambienti.
Nei nuraghi a pianta complessa veniva poi aggiunta una ulteriore cinta esterna di torri collegate l’una all’altra da murature: quello che viene detto antemurale .

Il numero delle torri e la disposizione delle stesse e dei cortili è tanto varia e dipendente dal tipo di pietra e dalla natura e dalla morfologia del terreno da rendere ogni nuraghe un monumento unico, che può essere tipologicamente simile ad un altro ma mai identico.
Non sappiamo esattamente come venisse eretto un nuraghe e soprattutto in che modo venissero sollevati i blocchi, talora di dimensioni ciclopiche. Si è parlato di terrapieni, di rulli di legno, di rudimentali "capre" e di altri vari sistemi, ma in realtà nessuno è scientificamente provato.
Nuraghe Santu Antine -Torralba
ImageNuraghe Santu Antine -Torralba

E non conosciamo neppure, finora, i motivi per cui un nuraghe venisse ingrandito con l’aggiunta di varie strutture, né perché si aggiungessero una o più torri, né perché venisse scelto un tipo di soluzione rispetto ad altre possibili, e così via.
A questo punto è ovvio chiedersi che destinazione avessero queste torri.
L’ipotesi più accreditata è che avessero una funzione civile: ci si viveva e si vigilava sul territorio circostante. In situazioni di emergenza, di lotta tra clan, coloro che non partecipavano al combattimento, gli inermi, potevano trovare provvisorio rifugio entro le poderose murature.
Un nuraghe in un'illustrazione del 1895
Image Un nuraghe in un'illustrazione del 1895

Per quel che attiene il periodo di costruzione delle torri nuragiche, la data iniziale è da porsi nell’età del Bronzo Medio (XVI - XV sec. a.C.) e quella terminale nell’età del Bronzo Finale (fine X sec. a.C.) anche se non si esclude che episodi di restauro e di ristrutturazione dei monumenti possano essersi verificati nella successiva età del Ferro.


Per chi, da queste teoriche descrizioni avesse ricavato il desiderio di visitare qualcuno dei numerosi nuraghi sparsi sul suolo sardo, ricordiamo innanzi tutto il ben noto "Su Nuraxi" ubicato nella fertile regione della Marmilla, lungo la strada provinciale che dal paese di Barumini conduce a quello di Tuili.

Il nuraghe, di tipo polilobato, si erge su un breve altipiano, a circa 230 m. di quota, e mostra una torre centrale circondata da un bastione con quattro torri, a sua volta contenuto in un vasto antemurale dalla pianta all’incirca esagonale, munito di sette torri e di altrettante cortine rettilinee di unione e di due ingressi contrapposti.
Il complesso è visitabile tutti i giorni con accompagnamento di guide, mentre nell’adiacente paesino di Barumini, nei locali dell’ ex convento dei Padri Cappuccini, è possibile visitare l’esposizione di una parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici del nuraghe e prendere visione del multimediale di recente realizzazione.
Di estremo interesse è anche il nuraghe Losa, ubicato circa 3 Km. a sud del paese di Abbasanta, nella provincia di Oristano e raggiungibile dalla strada statale 131.
Nuarghe Losa - Abbasanta
ImageNuraghe Losa - Abbasanta
Il complesso nuragico, che sorge al centro di un vasto altopiano basaltico, è costituito da un nuraghe trilobato, difeso originariamente da un antemurale turrito (di cui oggi residua solo un breve tratto murario provvisto di due torri) e dall’adiacente villaggio, il tutto racchiuso entro una grande muraglia ellissoidale provvista di torrette d’accesso e di numerosi ingressi di servizio.

Il nuraghe è visitabile tutti i giorni, anche all’interno delle antiche torri, dove si conservano le camere originarie, con le tholoi di copertura e le grandi le nicchie, le scale intermurarie che salgono al terrazzo, gli anditi e i corridoi di comunicazione.
Una sapiente illuminazione rende la visita ricca di suggestioni.
Per chi volesse approfondire gli argomenti, presso il monumento è allestita una unità didattica introduttiva, che ripropone alcuni momenti della civiltà nuragica attraverso l’esposizione di pannelli didascalici, fotografie e disegni di diversi nuraghi.
Particolare attenzione è riservata, naturalmente, al nuraghe Losa, di cui vengono esposti anche alcuni dei reperti rinvenuti durante gli scavi e la cui storia può essere seguita in un dettagliato multimediale.
Nuarghe Losa - Abbasanta
ImageNuarghe Losa - Abbasanta
Degno di visita è il nuraghe Orrubiu, situato a circa 500 metri di altitudine, su un altopiano che domina i paesini di Nurri ed Orroli.
Nuraghe Orrubiu - Orroli
ImageNuraghe Orrubiu - Orroli

Poderoso esempio di nuraghe pentalobato, mostra una torre centrale circondata da un bastione a cinque torri, a sua volta racchiuso entro un antemurale munito di sette torri e rinforzato a sud-est da una seconda cinta con altre cinque torri.
Il complesso è visitabile tutti i giorni con accompagnamento di guide e con possibilità di visione di un interessante multimediale che, tra l’altro, propone una suggestiva ricostruzione del nuraghe e delle sue numerose torri che svettano verso l’alto fino a culminare negli eleganti terrazzi.
Nuraghe Orrubiu: ricostruzione ideale
ImageNuraghe Orrubiu: ricostruzione ideale

Ed infine consigliamo di visitare il nuraghe Palmavera situato sulla via che congiunge il golfo di Alghero con quello di Porto Conte.
Nuraghe Palmavera - Alghero
ImageNuraghe Palmavera - Alghero
Il complesso è costituito da una torre antica, cui fu aggiunto in tempi successivi un rifascio di forma irregolarmente ellittica ed una seconda torre comunicante con un cortile centrale.
L’insieme è delimitato da un antemurale con quattro torri capanne intorno al quale era disposto l’antico villaggio.

Numerosi altri nuraghi sono meritevoli di una attenta visita, ma per ovvi motivi, non possono essere elencati tutti in queste poche righe.
Pertanto, per chi volesse ulteriormente aggirarsi per i meandri della civiltà nuragica, consigliamo di prendere visione delle diverse edizioni delle guide sulla Sardegna antica, dove si potranno trovare anche piacevoli itinerari attraverso i monumenti più noti e meglio conservati.